eBook di filosofia: M. Halbwachs, On Collective Memory

Portrait_de_Maurice_Halbwachs

Maurice Halbwachs, On Collective Memory 

“Il primo studioso ad aver fornito un’analisi approfondita della memoria come fenomeno sociale è senza dubbio Maurice Halbwachs, un sociologo francese di scuola durkheimiana. Nel suo primo lavoro importante sull’argomento (Les cadres sociaux de la mémoire, del 1924) egli parte da una critica all’analisi filosofica che Bergson aveva condotto dei fenomeni della memoria. Per Bergson, accanto alla memoria che condividiamo coi nostri simili e con i membri dei gruppi ai quali apparteniamo, vi è una memoria squisitamente individuale, non riducibile e non riconducibile alla nostra esperienza sociale. Coerente con la propria impostazione durkheimiana, Halbwachs sostiene invece che anche i ricordi più individuali sono mediati dall’appartenenza di gruppo e possono essere rievocati solo attraverso le interazioni sociali con coloro che condividono gli stessi ricordi. Il passaggio dalla memoria individuale alla memoria collettiva avviene infatti attraverso la mediazione dei quadri sociali, cioè delle categorie a priori (il linguaggio, le rappresentazioni sociali dello spazio e del tempo, le classificazioni delle cose del mondo) che consentono sia la fissazione, sia la rievocazione dei ricordi. Nell’argomentare la sua tesi, Halbwachs si serve essenzialmente di un procedimento introspettivo che scava nei sottili meccanismi psichici della introiezione e della rievocazione per dimostrare che anche i processi psichici apparentemente più individuali sono socialmente prodotti. Almeno in questa sua prima formulazione, più che una sociologia della memoria, quella di Halbwachs appare quindi come una psicologia sociale del ricordo o, meglio, del ricordarsi.Nell’opera postuma, e incompiuta, sulla Mémoire collective del 1949 (Halbwachs morì a Buchenwald nel 1945) egli adotta un’impostazione più marcatamente sociologica. Accanto ai ‘quadri sociali della memoria’ appaiono in primo piano le forme oggettivate della memoria nelle quali si esprimono le identità di gruppo. In ogni società alla pluralità dei gruppi (classi, ceti, istituzioni, comunità di credenti, associazioni, famiglie, ecc.) corrispondono altrettante memorie collettive (versioni e ricostruzioni del passato proprio e dell’intera società) e si generano processi di gerarchizzazione dinamica dei quadri della memoria collettiva riconducibili ai conflitti, alle tensioni e ai compromessi all’interno di ogni singolo gruppo e tra i diversi gruppi. Halbwachs quindi indica come campo specifico di una sociologia della memoria lo studio delle pratiche sociali che conducono alla costruzione di queste memorie collettive, alla loro combinazione e influenza reciproca e al loro mutamento. Egli analizza una serie di ambiti dove queste pratiche danno luogo alla formazione di memorie collettive: la famiglia (il culto degli antenati, la ricostruzione dell’albero genealogico, la conservazione dell’albo delle fotografie di famiglia, la trasmissione di oggetti simbolici di generazione in generazione), il gruppo religioso (dove il corpo sacerdotale custodisce le sacre scritture, ne fornisce l’interpretazione ufficiale e gestisce l’apparato rituale che rinnova costantemente la memoria dei fedeli), il gruppo professionale (dove la memoria si conserva attraverso la trasmissione di un patrimonio di competenze e di simboli, come, ad esempio, il sistema della notazione musicale nel caso dei musicisti), la classe sociale (l’esempio è quello della classe operaia la cui memoria è subalterna e colonizzata in quanto riflette una condizione sociale di subordinazione).
Da questa sommaria ricostruzione di un pensiero in realtà assai articolato e complesso possiamo riassumere in tre punti il contributo di Halbwachs allo studio della memoria: 1) gli individui ricordano perché sono in grado di organizzare la memoria in base a criteri (i quadri sociali) che condividono con i loro simili; 2) la memoria non consente di rivivere il passato, ma di ricostruirlo in base alle esigenze del presente e alle aspettative/intenzioni del futuro; 3) la memoria è una componente essenziale dell’identità di gruppo. Quest’ultimo punto è evidentemente cruciale per un approccio sociologico allo studio della memoria.Che l’identità (quale che sia l’unità alla quale ci si riferisce) sia una costruzione temporale nella quale si combinano le dimensioni del passato, del presente e del futuro e che quindi la memoria, come pure le aspettative e il progetto, ne sia una componente essenziale, è un punto di partenza che non richiede in questa sede ulteriore approfondimento.” (tratto da Treccani.it)

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