Paul Tillich, Filosofia de la Religión
“Il suo pensiero, profondamente influenzato dalla filosofia moderna, e in particolare dall’idealismo tedesco, pone in primo piano la contrapposizione tra l’essere e il non essere, forza demoniaca; l’uomo, continuamente tentato dal non essere, è salvato da Cristo. Nella sua vastissima produzione, Das Dämonische (1926; trad. it. 1929) e Systematische Theologie (3 voll., 1951–63). […]
Uno dei poli della speculazione di Tillich è l’essere, come identificazione di soggetto e oggetto, cui si contrappone il non essere come opposizione costante, forza demoniaca; l’essere, nella sua infinità, è detto anche abisso, secondo un’antica terminologia mistica, a indicare l’insondabile profondità divina che sorregge ogni esistente. L’uomo, continuamente tentato dal non essere (stato di alienazione), è salvato da Cristo nel quale Dio viene a partecipare della situazione umana e l’uomo acquista un nuovo essere nella sua unità con Dio. È questo il senso del messaggio del Nuovo Testamento, che diviene simbolo della condizione storica umana, tesa fra la negatività dell’esistenza (la croce) e il trionfo dell’essere sul non essere, superamento dell’alienazione (resurrezione). Forte in Tillich il richiamo all’impegno intramondano in cui vive e si realizza la trascendenza; di qui anche il valore positivo di quei movimenti di massa che si realizzano sotto la spinta degli ideali socialisti, cui andarono le simpatie di Tillich.” (tratto da Treccani.it)”