Archivi tag: Settecento

eBook di filosofia: J. G. Fichte (a cura di G. Gambaro), Dottrina della scienza 1813

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Johann Gottlieb Fichte (a cura di Giacomo Gambaro), Dottrina della scienza 1813

“La Dottrina della scienza 1813 è l’ultima esposizione organica del sistema filosofico di Fichte. Quest’opera accorpa in sé tanto la coerenza dello sviluppo del pensiero del filosofo, quanto la sua indubbia creatività in termini concettuali. Non a caso, in quest’opera Fichte introduce uno strumentario concettuale a tutti gli effetti inedito, una costellazione di nozioni che implementano il carattere complesso e costitutivamente articolato della “dottrina dell’immagine” in cui consiste la sua tarda filosofia trascendentale. Nel concetto di immagine, infatti, sono vicendevolmente implicate tanto l’istanza produttiva, genetica, del pensiero, quanto la sua istanza ricorsiva e riflessiva. Detto altrimenti, il gesto trascendentale si inaugura a partire dalla messa in forma riflessiva dell’immaginazione. Due movenze – riflessione ed immaginazione – che testimoniano di un pensiero che, inauguratosi dalla decostruzione del dogmatismo, si sintonizza con l’assoluto e, intercettandone il dinamismo, espone i rapporti che legano il Principio alla soggettività. In simile esposizione, però, la dottrina della scienza si trasfigura essa stessa, passando dall’essere sapere all’essere forma di vita rischiarata. Il trascendentale, così, si compenetra con la vita da cui aveva preso le mosse: esso diviene insomma saggezza.”

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eBook di filosofia: C. Ferrini, Alle origini del concetto di razza. Kant e la diversità umana nell’unità di specie

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Cinzia Ferrini, Alle origini del concetto di razza. Kant e la diversità umana nell’unità di specie

“Questo studio esamina, fin dalle sue origini, il progetto kantiano di identificare, comprendere e ordinare la diversità fisica dell’unica specie del genere umano, ricostruendone il contesto nel continuo dialogo e confronto con naturalisti e filosofi, nonché esploratori e geografi del tempo. Intende offrire strumenti critici storico-filosofici e materiali utili per un riesame complessivo del pensiero di Kant sui criteri per definire una stabile classificazione naturale della differenza umana in razze. I risultati della ricerca permettono di orientarsi nel dibattito interdisciplinare contemporaneo, affrontando gli aspetti più controversi e oggi maggiormente contestati della teoria kantiana.”

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eBook di filosofia: R. Perni, Pubblicità, educazione e diritto in Kant

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Romina Perni, Pubblicità, educazione e diritto in Kant

“The starting point is the conviction that publicity is central to Kantian political thought as part of the wider relationship between politics and morality. In this sense the book aims to outline subjective and objective limits of the public control of power, which must be structurally guaranteed from a juridical point of view and that citizens/subjects have to put into practice. But from a Kantian point of view publicity is also linked to education and to the public use of reason, that individuals must have the courage to realize. The individual dimension and the collective/institutional one are tightly linked to answer the question: according to Kant, is it possible an education to publicity?”

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eBook: O. de Gouges, Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina

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Olympe de Gouges, Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina

Traduzione a cura di Francesca Di Donato

“Alle soglie della Rivoluzione francese, emerge la figura intellettuale e letteraria di Marie Gouzes (1748-1793), morta sulla ghigliottina, autrice di una fondamentale Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina (1791), pubblicata sotto lo pseudonimo letterario di “Olympe de Gouges”. La vita avventurosa di questa donna è stata riscoperta e valorizzata, dagli studi storici, solo in tempi recenti, in particolare in occasione del bicentenario della Rivoluzione (1989). Figlia di un macellaio e di una ex-domestica di Montauban, Marie viene sposata a forza (come era consuetudine) a un industriale, Louis-Yves Aubry, molto più anziano di lei, il quale muore subito dopo lasciandole un figlio. Marie si rifiuta di prendere il nome di “vedova Aubry” e assume invece lo pseudonimo di “Olympe”; vi aggiunge la particella nobiliare “de”, sostenendo di essere la figlia naturale del marchese Jean-Jacques Le Franc de Pompignan, poeta e libellista anti-volterriano di un certo calibro.

Un’aura di mistero e di originalità avvolge la persona di “Olimpia” quando giunge a Parigi negli anni ottanta e inizia una difficile carriera nel campo delle lettere e nel teatro. Con lei possiamo senz’altro parlare della prima fondazione di un pensiero femminista: “La de Gouges fu sempre impegnata in un processo di autocostruzione” (J. W. Scott, Le femministe francesi e i diritti dell ‘uomo’. Le Dichiarazioni di Olympe de Gouges, p. 102). I suoi scritti politici e filosofici, ispirati alle dottrine illuministe (in conflitto tra loro) di Rousseau e Voltaire, vertono su argomenti assai disparati: i diritti delle persone di colore e la liberazione degli schiavi, il divorzio – Olympe fu strenua sostenitrice della prima legge sul divorzio della storia moderna, emanata dall’Assemblea generale girondina il 20 settembre 1792 – la protezione e la salvaguardia dei diritti dei bambini “illegittimi”, la libertà sessuale delle donne, l’apertura di ospedali ostetrici, la pulizia delle strade ecc. Il carattere disparato della produzione politica e filosofica della de Gouges trova coerenza nell’impegno pratico profuso sempre alla prima persona, durante la Rivoluzione, contro ogni genere di tirannide, al fianco di personalità come il marchese di Condorcet, di cui era amica, e di altri esponenti della corrente girondina dell’Assemblea.

La difesa della nozione di “diritti”, declinati al concreto-femminile e non all’universale-maschile, è espressa all’articolo XI della Dichiarazione: “La libera comunicazione dei pensieri e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi della donna, poiché questa libertà assicura la legittimità dei padri verso i figli. Ogni Cittadina può dunque dire liberamente, io sono la madre di un figlio che vi appartiene, senza che un pregiudizio barbaro la obblighi a dissimulare la verità; salvo rispondere dell’abuso di questa libertà nei casi determinati dalla Legge”. La radicalità e la coerenza di questa posizione politica e la denuncia della “tirannia” esercitata dal “Comitato di salute pubblica” giacobino – che respinge con disprezzo i numerosi appelli di Olympe, la quale asserisce (art. X): “La donna ha il diritto di salire al patibolo: deve dunque avere anche quello di salire alla Tribuna” – le costano il carcere, il processo e la condanna a morte, avvenuta il 3 novembre 1793, due settimane dopo l’esecuzione di Marie Antoinette (alla quale la Dichiarazione era indirizzata), all’età di soli 45 anni.”

tratto da www. https://www.treccani.it/

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eBook di filosofia: P. Livieri, Metafisica dell’esistenza. La rivelazione della realtà in F.H. Jacobi

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Paolo Livieri, Metafisica dell’esistenza. La rivelazione della realtà in F.H. Jacobi

“Questo volume indaga le possibilità teoriche introdotte dal pensiero di F.H. Jacobi circa il modo di pensare e conoscere la realtà: a partire dalla radicale immediatezza del nostro rappor- to con il reale, Jacobi costruisce una proposta filosofica che rifiuta ogni possibile giustificazio- ne dell’esistenza. Le radici del suo discorso metafisico sull’esi- stenza, pur affondando nelle prime opere, ven- gono qui riesaminate alla luce del suo ultimo libro, Von den göttlichen Dingen und ihrer Of- fenbarung (1811). L’esito della lunga e articola- ta riflessione di Jacobi realizza così un progetto filosofico in cui la stessa nozione di rivelazione (Offenbarung) trova una collocazione pura- mente epistemologica.”

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eBook di filosofia: F. M.D. Daquin, Slavery and Feminism in the Writings of Madame de Staël

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Françoise Marie Danielle Daquin, Slavery and Feminism in the Writings of Madame de Staël

Tesi di laurea. College of Arts, Society and Education James Cook University

Anne-Louise Germaine de Staël devoted her works to the idea of freedom, particularly for women and slaves. As an intellectual and a writer of the late eighteenth and early nineteenth centuries in France, she judged not only her community but its political regimes according to the principles of feminism and abolitionism. As a woman, she had only two possible ways to play a public role: to hold a salon like her mother, or to publish books. She did both, and through these acquired  considerable influence. De Staël was a feminist whose work queries the subordination of women to men, and her strong liberal position led her to equate the condition of women with that of slaves. De Staël’s liberalism was a product of the
Enlightenment and early Romanticism. Although she never departed from the Enlightenment’s principles, she displayed a more Romantic attitude when she promoted ‘enthusiasm’ and emotion, which were reflected in her art, politics and love life.

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eBook di filosofia: L. Ercoli, Il paradigma nostalgico da Rousseau alla società di massa

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Lucrezia Ercoli, Il paradigma nostalgico da Rousseau alla società di massa

Tesi di dottorato discussa presso l’Università Roma Tre, a.a. 2015/2016

Relatore: prof. Giacomo Marramao

” Il fenomeno della nostalgia è in espansione. Il passato non è mai stato così presente. La nostalgia è una malattia che contagia tutto: la filosofia, la società, la politica, ma anche il cinema, la letteratura, la fotografia, la televisione, la tecnologia, il cibo, l’arte, la moda, i viaggi, gli stili di vita. Il paradigma nostalgico è diventato il tratto distintivo della cultura contemporanea, indissolubilmente legato alla diffusione della popular culture, filtrato dalle memorie individuali di spettatori-consumatori. La nostalgia non è solo un modo tra gli altri per rapportarsi con il passato, ma la possibilità privilegiata – forse unica – di contatto con il tempo e con la storia. La tesi – ripercorrendo le tappe dello sviluppo del paradigma nostalgico che coinvolge tutta la tradizione occidentale da Esiodo a Rousseau – evidenzia i nodi tematici e le domande che le interpretazioni della nostalgia contemporanea lasciano aperte. Se la nostalgia contemporanea è un mero tentativo di abuso e di sfruttamento della memoria individuale e collettiva, che cosa rimane del sentimento struggente della nostalgia romantica? Se la nostalgia contemporanea è un prodotto artificiale di un sistema socio-economico che assume le sembianze di un passato inventato, che cosa rimane dell’originario desiderium di ovidiana memoria? Se la nostalgia contemporanea è un bisogno indotto votato ad alimentare il consumismo globale, che cosa rimane del dolore della rimembranza poetica? In altri termini il presente lavoro si domanda: la rammemorazione [Eingedenken], cara al pensiero filosofico del Novecento, è diventata stile à la page, superficiale tendenza? La nostalgia, il sentimento caro al romanticismo, ha perso la sua “aura” diventando riproducibile su youtube?”

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eBook di filosofia: J. Scott P. Schofield, Jeremy Bentham on Police

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Jacques Scott Philip Schofield, Jeremy Bentham on Police. The unknown story and what it means for criminology

Jeremy Bentham’s ideas on punishment are famous. Every criminology student learns about Bentham, and every criminologist contends with him, as advocate or opponent. This discourse concerns his ideas about punishment, namely with respect to legislation and the panopticon. Yet, scholars and students are generally ignorant of Bentham’s ideas on police. Hitherto, these ideas have been largely unknowable. Now, thanks to UCL’s Bentham Project, these ideas are public.

Jeremy Bentham on Police celebrates this achievement by exploring the story of Bentham’s writings on police and considering their relevance to the past, present and future of criminology. After Scott Jacques introduces the book, the Director of the Bentham Project, Philip Schofield, describes and explains how it works. Then Michael Quinn, who brought together Bentham’s writings on police, delves into the personal and socio-historical background in which they were created. An extract follows, representing the most (criminologically-)relevant passages from Bentham’s police writings. Finally, a rich variety of scholars offer their thoughts on what those writings mean for criminology.”

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eBook di filosofia: C. S. Roero, E. Luciano, L’altra metà del cielo nella scienza italiana dal Settecento al Novecento

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C. S. Roero, E. Luciano, L’altra metà del cielo nella scienza italiana dal Settecento al Novecento. Ricerche e studi recenti

Gli studi e le ricerche sulla scienza ‘al femminile’ solo negli ultimi decenni hanno acquistato autorevolezza e rilevanza, anche in Italia, per aver messo in luce aspetti storiografici e culturali di solito poco considerati. In questa sede ripercorriamo alcuni elementi di novit`a e interesse emersi nella letteratura di genere pi`u recente, a proposito dei legami fra istruzione, formazione, ricerca e attivit`a professionali, procedendo in senso diacronico e adottando una prospettiva di lunga durata.

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eBook di filosofia: F. Basaglia, Libertà e Male morale nella “Critica della ragion pratica” di Immanuel Kant

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Federica Basaglia, Libertà e Male morale nella “Critica della ragion pratica” di Immanuel Kant

Tesi di dottorato discussa presso l’Università di Ferrara a.a. 2008

Questa ricerca prende le mosse da un problema della filosofia morale di Immanuel Kant, che è fonte di discussione tra gli interpreti ed i critici del filosofo sin dagli anni ottanta del XVIII secolo: il problema intorno alla libertà dell’essere umano di compiere azioni contrarie alla legge morale. I fondamenti dell’ etica kantiana, così come esposti nella Fondazione della metafisica dei costumi (1785) e nella Critica della ragion pratica (1788), infatti, non permettono la spiegazione del male morale, né giustificano in alcun modo la sua imputazione al soggetto agente. Lavori anche recenti attribuiscono a Kant una revisione della propria dottrina morale, attuata nel 1792 con la dottrina del “Male radicale”, al fine di correggere l’impostazione sostenuta nelle opere precedenti. É dimostrabile, tuttavia, che questa teoria non è stata intesa da Kant come una revisione, né è di aiuto nella spiegazione e nella fondazione del male morale.
Nella speranza di trovare un’indicazione sulla collocazione del male all’interno dell’etica kantiana, è necessario chiarire meglio la concezione kantiana del male morale. Con questo intento, viene intrapresa l’analisi di quei brani della Critica della ragion pratica, in cui Kant si rivolge esplicitamente alla tematica: la riflessione sui concetti di bene e di male, quali “oggetti della ragion pura pratica”, e la “tavola delle categorie della libertà”. Il confronto con la letteratura critica, disponibile sull’argomento, evidenzia un’estrema confusione a proposito di questi elementi della teoria morale kantiana. La mia ricerca mette in luce i principali errori nelle interpretazioni analizzate e propone una nuova lettura, più conforme al pensiero e più aderente al testo kantiano.
La conclusione di questa analisi è che la teoria degli “oggetti della ragion pratica” e quella delle “categorie della libertà” non forniscono alcun elemento, che aiuti a risolvere la questione intorno al male morale. Esse, al contrario, confermano i problemi, che il sistema kantiano incontra nello spiegare l’azione mmorale e nel fondare la sua imputabilità al soggetto agente. La mia ricerca, però, evidenzia un elemento estremamente interessante e finora sfuggito agli interpreti di Kant: il legame delle categorie della libertà con il concetto di causalità e la centralità di quest’ultimo nella Critica della ragion pratica.
Probabilmente anche con l’intento di rispondere alle critiche mosse da Hermann Andreas Pistorius alla sua concezione di libertà in una recensione del 1786, Kant fornisce nel 1788 una deduzione del concetto di libertà, intesa come causalità noumenale. La mia analisi del testo kantiano rileva le importanti connessioni delle categorie della libertà con la categoria della causalità applicata all’ambito sovraempirico.

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