Olympe de Gouges, Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina
Traduzione a cura di Francesca Di Donato
“Alle soglie della Rivoluzione francese, emerge la figura intellettuale e letteraria di Marie Gouzes (1748-1793), morta sulla ghigliottina, autrice di una fondamentale Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina (1791), pubblicata sotto lo pseudonimo letterario di “Olympe de Gouges”. La vita avventurosa di questa donna è stata riscoperta e valorizzata, dagli studi storici, solo in tempi recenti, in particolare in occasione del bicentenario della Rivoluzione (1989). Figlia di un macellaio e di una ex-domestica di Montauban, Marie viene sposata a forza (come era consuetudine) a un industriale, Louis-Yves Aubry, molto più anziano di lei, il quale muore subito dopo lasciandole un figlio. Marie si rifiuta di prendere il nome di “vedova Aubry” e assume invece lo pseudonimo di “Olympe”; vi aggiunge la particella nobiliare “de”, sostenendo di essere la figlia naturale del marchese Jean-Jacques Le Franc de Pompignan, poeta e libellista anti-volterriano di un certo calibro.
Un’aura di mistero e di originalità avvolge la persona di “Olimpia” quando giunge a Parigi negli anni ottanta e inizia una difficile carriera nel campo delle lettere e nel teatro. Con lei possiamo senz’altro parlare della prima fondazione di un pensiero femminista: “La de Gouges fu sempre impegnata in un processo di autocostruzione” (J. W. Scott, Le femministe francesi e i diritti dell ‘uomo’. Le Dichiarazioni di Olympe de Gouges, p. 102). I suoi scritti politici e filosofici, ispirati alle dottrine illuministe (in conflitto tra loro) di Rousseau e Voltaire, vertono su argomenti assai disparati: i diritti delle persone di colore e la liberazione degli schiavi, il divorzio – Olympe fu strenua sostenitrice della prima legge sul divorzio della storia moderna, emanata dall’Assemblea generale girondina il 20 settembre 1792 – la protezione e la salvaguardia dei diritti dei bambini “illegittimi”, la libertà sessuale delle donne, l’apertura di ospedali ostetrici, la pulizia delle strade ecc. Il carattere disparato della produzione politica e filosofica della de Gouges trova coerenza nell’impegno pratico profuso sempre alla prima persona, durante la Rivoluzione, contro ogni genere di tirannide, al fianco di personalità come il marchese di Condorcet, di cui era amica, e di altri esponenti della corrente girondina dell’Assemblea.
La difesa della nozione di “diritti”, declinati al concreto-femminile e non all’universale-maschile, è espressa all’articolo XI della Dichiarazione: “La libera comunicazione dei pensieri e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi della donna, poiché questa libertà assicura la legittimità dei padri verso i figli. Ogni Cittadina può dunque dire liberamente, io sono la madre di un figlio che vi appartiene, senza che un pregiudizio barbaro la obblighi a dissimulare la verità; salvo rispondere dell’abuso di questa libertà nei casi determinati dalla Legge”. La radicalità e la coerenza di questa posizione politica e la denuncia della “tirannia” esercitata dal “Comitato di salute pubblica” giacobino – che respinge con disprezzo i numerosi appelli di Olympe, la quale asserisce (art. X): “La donna ha il diritto di salire al patibolo: deve dunque avere anche quello di salire alla Tribuna” – le costano il carcere, il processo e la condanna a morte, avvenuta il 3 novembre 1793, due settimane dopo l’esecuzione di Marie Antoinette (alla quale la Dichiarazione era indirizzata), all’età di soli 45 anni.”
tratto da www. https://www.treccani.it/