Archivi categoria: Filosofia moderna

eBook di filosofia: I. Kant, Sopra il detto comune: questo può essere giusto in teoria, ma non vale per la pratica (1793)

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Immanuel Kant, Sopra il detto comune :questo può essere giusto in teoria, ma non vale per la pratica (1793).

In questo saggio del 1793 la riflessione di Kant verte sul rapporto trateoria e pratica (o prassi) allo scopo di fornire un chiarimento della loro mutua relazione a prescindere da qualsiasi “detto comune”  che possa ostacolare il loro esercizio in ambito morale e politico”.

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eBook di filosofia: J. G. Fichte (a cura di G. Gambaro), Dottrina della scienza 1813

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Johann Gottlieb Fichte (a cura di Giacomo Gambaro), Dottrina della scienza 1813

“La Dottrina della scienza 1813 è l’ultima esposizione organica del sistema filosofico di Fichte. Quest’opera accorpa in sé tanto la coerenza dello sviluppo del pensiero del filosofo, quanto la sua indubbia creatività in termini concettuali. Non a caso, in quest’opera Fichte introduce uno strumentario concettuale a tutti gli effetti inedito, una costellazione di nozioni che implementano il carattere complesso e costitutivamente articolato della “dottrina dell’immagine” in cui consiste la sua tarda filosofia trascendentale. Nel concetto di immagine, infatti, sono vicendevolmente implicate tanto l’istanza produttiva, genetica, del pensiero, quanto la sua istanza ricorsiva e riflessiva. Detto altrimenti, il gesto trascendentale si inaugura a partire dalla messa in forma riflessiva dell’immaginazione. Due movenze – riflessione ed immaginazione – che testimoniano di un pensiero che, inauguratosi dalla decostruzione del dogmatismo, si sintonizza con l’assoluto e, intercettandone il dinamismo, espone i rapporti che legano il Principio alla soggettività. In simile esposizione, però, la dottrina della scienza si trasfigura essa stessa, passando dall’essere sapere all’essere forma di vita rischiarata. Il trascendentale, così, si compenetra con la vita da cui aveva preso le mosse: esso diviene insomma saggezza.”

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eBook di filosofia: A. Strazzoni, M. Sgarbi (a cura di), Reading Descartes. Consciousness, Body, and Reasoning

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Andrea Strazzoni, Marco Sgarbi (a cura di), Reading Descartes. Consciousness, Body, and Reasoning

“This volume takes cue from the idea that the thought of no philosopher can be understood without considering it as the result of a lively dialogue with other thinkers. On this ground, it addresses the ways in which René Descartes’s philosophy evolved and was progressively understood by intellectuals from different contexts and eras, either by considering direct interlocutors of Descartes such as Isaac Beeckman and Elisabeth of Bohemia, thinkers who developed upon his ideas and on particular topics as Nicolas Malebranche or Thomas Willis, those who adapted his overall methodology in developing new systems of knowledge as Johannes Clauberg and Pierre-Sylvain Régis, and contemporary thinkers from continental and analytic traditions like Emanuele Severino and Peter Strawson.”

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eBook di filosofia: R. Perni, Pubblicità, educazione e diritto in Kant

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Romina Perni, Pubblicità, educazione e diritto in Kant

“The starting point is the conviction that publicity is central to Kantian political thought as part of the wider relationship between politics and morality. In this sense the book aims to outline subjective and objective limits of the public control of power, which must be structurally guaranteed from a juridical point of view and that citizens/subjects have to put into practice. But from a Kantian point of view publicity is also linked to education and to the public use of reason, that individuals must have the courage to realize. The individual dimension and the collective/institutional one are tightly linked to answer the question: according to Kant, is it possible an education to publicity?”

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eBook: O. de Gouges, Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina

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Olympe de Gouges, Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina

Traduzione a cura di Francesca Di Donato

“Alle soglie della Rivoluzione francese, emerge la figura intellettuale e letteraria di Marie Gouzes (1748-1793), morta sulla ghigliottina, autrice di una fondamentale Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina (1791), pubblicata sotto lo pseudonimo letterario di “Olympe de Gouges”. La vita avventurosa di questa donna è stata riscoperta e valorizzata, dagli studi storici, solo in tempi recenti, in particolare in occasione del bicentenario della Rivoluzione (1989). Figlia di un macellaio e di una ex-domestica di Montauban, Marie viene sposata a forza (come era consuetudine) a un industriale, Louis-Yves Aubry, molto più anziano di lei, il quale muore subito dopo lasciandole un figlio. Marie si rifiuta di prendere il nome di “vedova Aubry” e assume invece lo pseudonimo di “Olympe”; vi aggiunge la particella nobiliare “de”, sostenendo di essere la figlia naturale del marchese Jean-Jacques Le Franc de Pompignan, poeta e libellista anti-volterriano di un certo calibro.

Un’aura di mistero e di originalità avvolge la persona di “Olimpia” quando giunge a Parigi negli anni ottanta e inizia una difficile carriera nel campo delle lettere e nel teatro. Con lei possiamo senz’altro parlare della prima fondazione di un pensiero femminista: “La de Gouges fu sempre impegnata in un processo di autocostruzione” (J. W. Scott, Le femministe francesi e i diritti dell ‘uomo’. Le Dichiarazioni di Olympe de Gouges, p. 102). I suoi scritti politici e filosofici, ispirati alle dottrine illuministe (in conflitto tra loro) di Rousseau e Voltaire, vertono su argomenti assai disparati: i diritti delle persone di colore e la liberazione degli schiavi, il divorzio – Olympe fu strenua sostenitrice della prima legge sul divorzio della storia moderna, emanata dall’Assemblea generale girondina il 20 settembre 1792 – la protezione e la salvaguardia dei diritti dei bambini “illegittimi”, la libertà sessuale delle donne, l’apertura di ospedali ostetrici, la pulizia delle strade ecc. Il carattere disparato della produzione politica e filosofica della de Gouges trova coerenza nell’impegno pratico profuso sempre alla prima persona, durante la Rivoluzione, contro ogni genere di tirannide, al fianco di personalità come il marchese di Condorcet, di cui era amica, e di altri esponenti della corrente girondina dell’Assemblea.

La difesa della nozione di “diritti”, declinati al concreto-femminile e non all’universale-maschile, è espressa all’articolo XI della Dichiarazione: “La libera comunicazione dei pensieri e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi della donna, poiché questa libertà assicura la legittimità dei padri verso i figli. Ogni Cittadina può dunque dire liberamente, io sono la madre di un figlio che vi appartiene, senza che un pregiudizio barbaro la obblighi a dissimulare la verità; salvo rispondere dell’abuso di questa libertà nei casi determinati dalla Legge”. La radicalità e la coerenza di questa posizione politica e la denuncia della “tirannia” esercitata dal “Comitato di salute pubblica” giacobino – che respinge con disprezzo i numerosi appelli di Olympe, la quale asserisce (art. X): “La donna ha il diritto di salire al patibolo: deve dunque avere anche quello di salire alla Tribuna” – le costano il carcere, il processo e la condanna a morte, avvenuta il 3 novembre 1793, due settimane dopo l’esecuzione di Marie Antoinette (alla quale la Dichiarazione era indirizzata), all’età di soli 45 anni.”

tratto da www. https://www.treccani.it/

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The Bohemian Reformation and Religious Practice: una rivista online dedicata alla Riforma boema

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The Bohemian Reformation and Religious Practice è il nome della rivista online che riprende quello del convegno biannuale dedicato allo studio della Riforma boema. I volumi sono pubblicati dall’Academy of Sciences of the Czech Republic di Praga.

A partire dal volume 7 la rivista è stata pubblicata come “numero speciale” della rivista Filosofický časopis (The Philosophical Journal), pubblicata dal Collegium Europaeum of the Faculty of Arts of Charles University in Prague e dall’Institute of Philosophy of the Academy of Sciences of the Czech Republic.

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eBook di filosofia: P. Livieri, Metafisica dell’esistenza. La rivelazione della realtà in F.H. Jacobi

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Paolo Livieri, Metafisica dell’esistenza. La rivelazione della realtà in F.H. Jacobi

“Questo volume indaga le possibilità teoriche introdotte dal pensiero di F.H. Jacobi circa il modo di pensare e conoscere la realtà: a partire dalla radicale immediatezza del nostro rappor- to con il reale, Jacobi costruisce una proposta filosofica che rifiuta ogni possibile giustificazio- ne dell’esistenza. Le radici del suo discorso metafisico sull’esi- stenza, pur affondando nelle prime opere, ven- gono qui riesaminate alla luce del suo ultimo libro, Von den göttlichen Dingen und ihrer Of- fenbarung (1811). L’esito della lunga e articola- ta riflessione di Jacobi realizza così un progetto filosofico in cui la stessa nozione di rivelazione (Offenbarung) trova una collocazione pura- mente epistemologica.”

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eBook di filosofia: L. Ercoli, Il paradigma nostalgico da Rousseau alla società di massa

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Lucrezia Ercoli, Il paradigma nostalgico da Rousseau alla società di massa

Tesi di dottorato discussa presso l’Università Roma Tre, a.a. 2015/2016

Relatore: prof. Giacomo Marramao

” Il fenomeno della nostalgia è in espansione. Il passato non è mai stato così presente. La nostalgia è una malattia che contagia tutto: la filosofia, la società, la politica, ma anche il cinema, la letteratura, la fotografia, la televisione, la tecnologia, il cibo, l’arte, la moda, i viaggi, gli stili di vita. Il paradigma nostalgico è diventato il tratto distintivo della cultura contemporanea, indissolubilmente legato alla diffusione della popular culture, filtrato dalle memorie individuali di spettatori-consumatori. La nostalgia non è solo un modo tra gli altri per rapportarsi con il passato, ma la possibilità privilegiata – forse unica – di contatto con il tempo e con la storia. La tesi – ripercorrendo le tappe dello sviluppo del paradigma nostalgico che coinvolge tutta la tradizione occidentale da Esiodo a Rousseau – evidenzia i nodi tematici e le domande che le interpretazioni della nostalgia contemporanea lasciano aperte. Se la nostalgia contemporanea è un mero tentativo di abuso e di sfruttamento della memoria individuale e collettiva, che cosa rimane del sentimento struggente della nostalgia romantica? Se la nostalgia contemporanea è un prodotto artificiale di un sistema socio-economico che assume le sembianze di un passato inventato, che cosa rimane dell’originario desiderium di ovidiana memoria? Se la nostalgia contemporanea è un bisogno indotto votato ad alimentare il consumismo globale, che cosa rimane del dolore della rimembranza poetica? In altri termini il presente lavoro si domanda: la rammemorazione [Eingedenken], cara al pensiero filosofico del Novecento, è diventata stile à la page, superficiale tendenza? La nostalgia, il sentimento caro al romanticismo, ha perso la sua “aura” diventando riproducibile su youtube?”

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eBook di filosofia: E. Ferrari, «La diversité des nos passions!»: corpo, anima e saggezza negli Essais di Montaigne

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Emiliano Ferrari, «La diversité des nos passions!»: corpo, anima e saggezza negli Essais di Montaigne

Tesi di dottorato a.a. 2010/2011 discussa presso l’Università degli Studi di Milano, Tutor: prof. Gianfranco Mormino, Co-tutor: prof. Thierry Gontier. Coordinatore del dottorato: prof. Renato Pettoello

“The study of the emotions in the Essais of Montaigne shows a complex phenomenon, which demonstrate the great assumption of the Montaigne’s anthropology: man is an undividable unity of body and soul. Like human being, the emotion is a mixture experience that has a double aetiology: it raise in the body and in the soul. For his particular constitution, man is naturally subject to « nombre infiny des passions », and the wisdom of the Essais is nothing else that the ability of governing and harmonising the emotional forces, for realise the only human possible perfection: enjoy the proper life in his immanent singularity (sçavoir jouyr loiallement de son estre). For that goal, the moral philosophy needs to know the real physiological and psychological powers and limits of human being, because wisdom must be useful et practicable. The knowing of the body in the Essais will lead to a deconstruction of the hylomorphic psychology and to the affirmation of the independence and autonomy of the body’s dynamism: the experience of the involuntary actions and sensible emotions arise without any reference to the aristotelic psyché, and the soul fell this events as affections. On the other side, the psychological knowledge tries to understand, b the introspection, the psychological acts (linked to imagination and judgement) that constitutes the emotions of the soul. By that understanding, the soul discover his power of arising the emotions, that witch give him the concrete possibility of manage the conflicts and the tensions between passions, using the power of other different passions. This process, in the third book of the Essais, sketch a real discipline of the soul that is an administration of the soul’s emotions («passions de l’ âme») and of the body’s emotions («passions corporelles»): the soul has to rest in connection with his body, and in doing so it can intensify the psychosomatic unity. It is in that unity, constantly reaffirmed, that man has access to the enjoyment of his proper being and to the moral perfection.”

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eBook di filosofia: J. Scott P. Schofield, Jeremy Bentham on Police

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Jacques Scott Philip Schofield, Jeremy Bentham on Police. The unknown story and what it means for criminology

Jeremy Bentham’s ideas on punishment are famous. Every criminology student learns about Bentham, and every criminologist contends with him, as advocate or opponent. This discourse concerns his ideas about punishment, namely with respect to legislation and the panopticon. Yet, scholars and students are generally ignorant of Bentham’s ideas on police. Hitherto, these ideas have been largely unknowable. Now, thanks to UCL’s Bentham Project, these ideas are public.

Jeremy Bentham on Police celebrates this achievement by exploring the story of Bentham’s writings on police and considering their relevance to the past, present and future of criminology. After Scott Jacques introduces the book, the Director of the Bentham Project, Philip Schofield, describes and explains how it works. Then Michael Quinn, who brought together Bentham’s writings on police, delves into the personal and socio-historical background in which they were created. An extract follows, representing the most (criminologically-)relevant passages from Bentham’s police writings. Finally, a rich variety of scholars offer their thoughts on what those writings mean for criminology.”

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