Stefano Pellizari, «Nelli occhi della filosofia». Un’analisi sistematica di formule e procedimenti logici nelle opere in prosa di Dante
Tesi di dottorato discussa presso l’Università degli Studi di Milano, a.a. 2019/2020
“Enzo Cecchini, più di vent’anni fa, auspicava la realizzazione di un’«analisi sistematica» che prendesse in esame il vasto complesso di formule logiche e procedimenti argomentativi che costellano le opere in prosa di Dante. Da allora sul tema sono comparsi diversi contributi specifici, che hanno messo in luce l’importanza di questo genere di aspetti tanto per la comprensione quanto per la restitutio filologica del testo dantesco. Manca ancora, però, uno studio complessivo e davvero «sistematico» di questo lato importante, ma poco indagato, della lingua filosofica del Poeta. Il presente lavoro si propone di colmare questa lacuna e di portare a compimento – sia pur provvisoriamente – questo progetto.
Nella prima parte viene offerto un primo censimento analitico di tutti i passaggi in cui Dante si serve di una terminologia e di formule di specifica pertinenza logica. In un momento di particolare attenzione critica per la “formazione intellettuale” dantesca si è scelto di confrontare sistematicamente i passaggi censiti: (i) con i testi delle traduzioni e dei principali commentari latini alle opere dell’Ars Vetus e dell’Ars Nova; (ii) con la littera dei più diffusi manuali e delle summule come i Tractatus di Pietro Ispano; (iii) con materiali di vasta consultazione come le Auctoritates Aristotelis e gli Specula di Vincenzo di Beauvais. Più che all’individuazione di fonti specifiche e a un discorso sulla “biblioteca” del Poeta, si è puntato a mettere in luce le caratteristiche e i tratti di originalità che contraddistinguono l’usus dantesco in rapporto alle tradizioni logiche coeve. E a sondare, di volta in volta, il suo livello di “specialismo” linguistico e concettuale: se presupponga il riferimento a una tradizione dottrinale riconoscibile o se sia suscettibile, per usare l’espressione di Andrea Robiglio, di una semplice “reductio ad auctoritates”; se sia sufficientemente spiegabile con letture di tipo manualistico (ad es. dei Tractatus di Pietro Ispano) o se tradisca una conoscenza più approfondita della tradizione esegetica legata all’Organon. Nell’analisi sono state considerate, come voleva Cecchini, tutte le opere in prosa del Poeta: il Convivio, il De vulgari eloquentia, le Epistole e la Monarchia. Anche alla luce della nuova iniziativa editoriale della Società Dantesca Italiana, inoltre, si è ritenuto utile includere, al loro fianco, la controversa Questio de aqua et terra. In tal modo, si è unita alla tradizionale considerazione del “Dante latino” una speciale attenzione per il “Dante volgare”; e si è potuta valutare l’evoluzione diacronica e il progressivo arricchimento terminologico che dal primo trattato del Convivio conducono alla Monarchia e alla Questio.
Nella seconda parte del lavoro, si trovano invece raccolte – in forma leggermente modificata – le schede lessicografiche da me redatte per il Vocabolario Dantesco Latino, in corso di pubblicazione da parte dell’Accademia della Crusca e dell’Istituto Opera del Vocabolario Italiano. In tal modo, si è inteso realizzare un vocabolario essenziale del lessico logico di Dante, a integrazione e compendio delle analisi svolte nella prima parte. L’auspicio, così, è quello di mettere a disposizione della comunità scientifica non solo una guida aggiornata e approfondita agli aspetti più tecnici del linguaggio logico dantesco, ma anche uno strumento di agile consultazione che possa fungere da concreto supporto quando il testo di Dante «fia […] in parte alcuna un poco duro» (Conv. I III 2).