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Controversie. Ripensare le scienze e le tecnologie: un blog di studenti e docenti di “Sociologia delle Scienze e delle Tecnologie” Unimi

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Controversie. Ripensare le scienze e le tecnologie è un blog del Circolo STS di Milano, creato da Gianluca Fuser e Giampietro Gobo. Viene redatto da studenti e studentesse di filosofia, sociologhe e sociologi, scienziate e scienziati, professioniste e professionisti che si sono incontrati attorno al corso di  Sociologia delle Scienze e delle Tecnologie dell’Università degli Studi di Milano.

Nel blog trovate post di approfondimento, segnalazioni di libri ed eventi.

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Scientia: la nuova rivista online della Società Italiana di Storia della Scienza

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Scientia. Rivista della Società Italiana di Storia della Scienza è la nuova rivista online che pubblica contributi di storia delle scienze, della tecnologia e delle tecniche in tutte le declinazioni storiografiche sviluppate negli ultimi decenni.

“Accanto ai tradizionali articoli di ricerca, il lettore troverà approfondimenti sulle diverse forme di didattica della storia della scienza e sullo studio e sulla valorizzazione del ricco patrimonio storico-scientifico italiano, oltre a biografie di scienziati e tecnici italiani e segnalazioni di libri, mostre e progetti tematici di storia della scienza. “

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Philosophy, Theory, and Practice in Biology: una rivista online di filosofia della biologia

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Philosophy, Theory, and Practice in Biology (PTPBio) è la rivista online, open access e peer-review, che pubblica articoli e saggi di filosofia della scienza con un attenzione particolare alla biologia incoraggiando le interazioni tra le due discipline.

“While theoretical biology is often understood to be primarily mathematical in nature, biology is an inherently historical science with a long tradition of conceptual theorizing, from Charles Darwin to the architects of the Modern Synthesis, and continuing to today. Biological disciplines ranging from evolutionary biology to ecology, from cell to developmental biology, and from morphology to paleobiology are characterized by a lively interplay among empirical data, mathematical treatments, and conceptual discussions.

Like theoretical biology, philosophy of biology is characterized by its attention to conceptual issues. Indeed, over the past several decades, it has evolved to include an increasing number of philosophers with a solid background in science, and whose conceptual interests are often intertwined with those of biologists. Yet, philosophers bring distinctive approaches and backgrounds to the examination of problems in biology; in philosophy, the focus tends to be on the logical structure of theoretical constructs, the uses and interpretation of evidence, the ways in which concepts are employed by scientists, and the relationships between empirical and theoretical elements of research programs.”

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eBook di filosofia: I. Malara, Galileo: creation and cosmogony

Ivan Malara, Galileo: creation and cosmogony. A study on the interplay between Galileo’s Science of motion and creation theme

Tesi di dottorato discussa presso l’Università degli Studi di Milano a.a. 2020/2021

Tutor prof. Elio Nenci

Il rapporto tra scienza e teologia nell’opera di Galileo
viene solitamente studiato facendo riferimento alle lettere copernicane e alla cosiddetta ‘affaire Galileo,’ conclusasi nel 1633 con l’abiura di Galileo. Questa dissertazione affronta lo stesso argomento, ma da un punto di vista diverso. L’approccio di Galileo al tema della creazione ci dà infatti l’opportunità di indagare il rapporto tra scienza e teologia lasciando sullo sfondo l’esegesi biblica e il processo a Galileo. La dissertazione è divisa in due parti: (1) “Creazione” e (2) “Cosmogonia.” Nella prima parte vengono prese in considerazione una serie di fonti (la lettera di Benedetto Castelli a Galileo del 1o aprile 1607; alcune carte inedite delle reportationes del corso di filosofia naturale di Muzio Vitelleschi tenutosi nel 158990 presso il Collegio Romano; alcuni passi degli Juvenilia di Galileo) che ci aiutano a valutare, seppur
indirettamente, l’orientamento di Galileo in merito alla possibilità di dimostrare la creatio de novo (l’inizio del mondo) e la creatio ex nihilo (l’esistenziale dipendenza delle creature da Dio). Sebbene alcuni iniziali sostenitori di Galileo cercassero di dimostrare la creatio de novo attraverso la sua definizione di movimento, egli non accolse il loro tentativo. Probabilmente era d’accordo con Castelli sul fatto che la dimostrazione della creatio de novo era al di là della portata della sua scienza e, in generale, della conoscenza umana (una posizione che, per comodità, ho definito ‘agnosticismo’). Per quanto riguarda la creazione ex nihilo, ai tempi di Galileo questa nozione era solitamente trattata alla luce di una concezione metafisica della relazione tra Dio e le creature una relazione che implicava una concezione di Dio come primum ens (primo essente). Questa nozione è usata anche negli Juvenilia, cioè una serie di pagine che riportano argomenti standard della filosofia scolastica che Galileo copiò da altre fonti. La totale assenza dell’idea di Dio come primum ens negli scritti originali di Galileo è stata da me interpretata come un segno di disinteresse da parte di Galileo verso il problema della creatio ex nihilo e verso la sua soluzione metafisica. Nella seconda parte ho sostenuto che Galileo si interessò al problema della cosmogonia, vale a dire che egli cercò di capire come Dio diede ordine a una primordiale situazione di caos universale. Nella tradizione aristotelica, l’idea di cosmogonia era confutata in base all’impossibilità di concepire movimento e gravità al di fuori di un universo strutturato secondo un ordine. Da questo punto di vista, la meccanica si sorregge sulla cosmologia, e viceversa. Galileo separa le due, ma attraverso la cosmogonia egli cerca di conciliare le sue convinzioni cosmologiche (inizialmente geocentrica, poi eliocentrica) con le sue concezioni di movimento e gravità. Grazie a Copernico, egli riesce a ‘matematizzare’ il problema cosmogonico. Pertanto, risolvere questo problema diventa un’importante sfida scientifica, tale da permettere a Galileo di sostenere la rilevanza della sua scienza su scala universale. Il compito di riflettere sulle origini del mondo si connota come un problema astrofisico che può aiutarci a comprendere quale sia il vero or-
dine del mondo.

 

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eBook di filosofia: P. Repetto, Humbolt controcorrente

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Paolo Repetto, Humbolt controcorrente, in “Altronovecento. Ambiente Tecnica Società”, n. 37, giugno 2018

L’elemento di novità sta dunque nel cercare di conciliare una visione organicistica della natura, che si oppone a quella meccanicistica di Cartesio e di Newton, e in definitiva degli stessi Linneo e Buffon, con gli strumenti che proprio quest’ultima ha elaborato. “La natura va misurata e analizzata, senza mai dimenticare che la nostra risposta al mondo naturale si debba in gran parte basare sui sensi e sulle emozioni” E, aggiungerei, sulla storia della evoluzione delle conoscenze stesse. In questo senso l’apporto di Humboldt è indiscutibile. Ma è anche evidente come l’idea moderna di
Wilderness, della quale gli si vuole attribuire la paternità, sia quanto di più lontano si possa immaginare dalla sue concezione. Humboldt non ama la natura selvaggia, ma l’ordine della natura, che è equilibrio, “armonia” appunto, e che va riconosciuto anche sotto la sua selvatichezza. Ma l’ordine della natura contempla anche la presenza
degli umani e gli esiti delle loro attività. Questo è il nodo centrale, se vogliamo l’elemento di maggiore originalità: l’equilibrio naturale va riconosciuto e compreso proprio per fare si che queste attività siano con esso compatibili, non lo compromettano. Di qui le riflessioni sui danni ambientali irreparabili provocati da uno sfruttamento scriteriato, che costellano il racconto del viaggio americano e che tornano poi nel Cosmos. Humboldt non stigmatizza lo sfruttamento delle risorse, ma la sua applicazione insensata. Questo è il messaggio che vuole trasmettere ai posteri.

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eBook: A. D. Friederici, Language in Our Brain. The Origins of a Uniquely Human Capacity

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Angela D. Friederici, Language in Our Brain. The Origins of a Uniquely Human Capacity

“A comprehensive account of the neurobiological basis of language, arguing that species-specific brain differences may be at the root of the human capacity for language.

Language makes us human. It is an intrinsic part of us, although we seldom think about it. Language is also an extremely complex entity with subcomponents responsible for its phonological, syntactic, and semantic aspects. In this landmark work, Angela Friederici offers a comprehensive account of these subcomponents and how they are integrated. Tracing the neurobiological basis of language across brain regions in humans and other primate species, she argues that species-specific brain differences may be at the root of the human capacity for language.

Friederici shows which brain regions support the different language processes and, more important, how these brain regions are connected structurally and functionally to make language processes that take place in milliseconds possible. She finds that one particular brain structure (a white matter dorsal tract), connecting syntax-relevant brain regions, is present only in the mature human brain and only weakly present in other primate brains. Is this the “missing link” that explains humans’ capacity for language?

Friederici describes the basic language functions and their brain basis; the language networks connecting different language-related brain regions; the brain basis of language acquisition during early childhood and when learning a second language, proposing a neurocognitive model of the ontogeny of language; and the evolution of language and underlying neural constraints. She finds that it is the information exchange between the relevant brain regions, supported by the white matter tract, that is the crucial factor in both language development and evolution.”

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Vienna Archive of Logical Empiricism (VALEP): l’archivio online di Carnap, Hempe, Ramsey e Sellars

Vienna Archive of Logical Empiricism (VALEP) è l’archivio online free che contiene più di 50.000 documenti che provengono dagli Archives of Scientific Philosophy conservati presso l’Università di Pittsburgh

L’archivio comprende l’ampia collezione dell’archivio di Rudolf Carnap, Carl Gustav Hempel, Richard Jeffrey, Frank P. Ramsey, Rose Rand, Hans Reichenbach, Wilfrid Sellars e Wolfgang Stegmüller. In futuro sarà integrata l’intera corrispondenza scientifica di Rudolf Carnap e l’intero archivio di Moritz Schlick.

Qui, trovate le info per consultare l’archivio.

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Manuali free dell’editore Springer

Manuali

Fino alla fine di luglio l’editore Springer mette a disposizione una nutrita collezione di texbook.

Qui, trovate l’elenco alfabetico in Excel mentre in questa pagina trovate lo stesso elenco ma per argomento. Sono presenti manuali di ambito scientifico e “umanistico”.

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I Quaderni di Noctua online: saggi sulla tradizione filosofica dall’antico al moderno

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I Quaderni di Noctua. La tradizione filosofica dall’antico al moderno. Studi e Testi affiancano la rivista  Noctua. Rivista internazionale di storia della filosofia.

Sono pubblicati dall’Università di Parma e dal Museo Galileo. Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze. Potete trovarvi saggi sui problemi della storia della filosofia dai suoi inizi all’età moderna, con particolare attenzione per la filosofia del Rinascimento e quella della prima modernità.

 

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eBook di filosofia: I. Johansson N. Lynøe, Medicine & Philosophy. A Twenty-First Century Introduction

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Ingvar Johansson Niels Lynøe, Medicine & Philosophy. A Twenty-First Century Introduction

“This textbook introduces the reader to basic problems in the philosophy of science and ethics, mainly by means of examples from medicine. It is based on the conviction that philosophy, medical science, medical informatics, and medical ethics are overlapping disciplines. It claims that the philosophical lessons to learn from the twentieth century are not that nature is a ‘social construction’ and that ‘anything goes’ with respect to methodological and moral rules. Instead, it claims that there is scientific knowledge, but that it is never completely secure; that there are norms, but that they are situation-bound; and that, therefore, it makes good sense to search for scientific truths and try to act in a morally decent way. Using philosophical catchwords, the authors advocate ‘fallibilism’ and ‘particularism’; a combination that might be called ‘pragmatic realism’”

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